Prof.Sabatino Carianni

 

 

C U R R I C U L U M formativo e professionale del Prof.SABATINO CARIANNI C/DA PIANO SAN CONO 98074 NASO (ME) 0941.954591 - 335.6612845 0941.902670 C.F.: CRNSTN46B22E043V csortopedia@alice.it Ininterrottamente dal 01.03.1974 a tutt’ oggi. Dal 01.03.1974 al 30.11.1980 l’ IOMI di Messina. Dal 01.12.1980 l’ ex USL 48 di Messina, successivamente trasformata in ASL 5 ed in ultimo in ASP 5 nella Regione Sicilia. -- A tempo pieno. Dirigente Responsabile della Sezione Autonoma di Ortopedia e Traumatologia nel P.O. di Sant’Agata di Militello (ME) e successivamente (dal Gennaio 1999) Direttore dell’ U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia nello stesso P.O. di Sant’Agata di Militello e dal 12.02.1998 nell’ aggregata U.O.S. nel P.O. di Patti e, dal 15/03/13, nell’ U.O. di Mistretta. Direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’ Asp 5 di Messina, dall’ inizio del 2003 a Gennaio 2011. Dal 25 Agosto 1992 al 31 Agosto 1993 è stato nominato Consulente Scientifico (per l’ impiatistica protesica di anca e ginocchio) nella Clinica “Villa Salus” di Augusta (SR).Dal 01.09.14 a tutt’ oggi esegue attività chirurgica di Ortopedia e Traumatologia presso la Casa di Cura “Carmona” di Messina.Dall’ inizio di Dicembre 2014 è consulente per l’ impiantistica protesica di anca presso la Clinica “Mangioni Hospital” di Lecco. -- Si perfeziona in Ortopedia e Traumatologia con il Prof. J. M. Vilarrubias, Direttore dell’ Instituto Universitario Dexeus e dell’ I.C.AT.M.E. (Istituto Catalano di Traumatologia e Medicina dello Sport) in Barcellona (Spagna), dal 1975 al 1979. Dall’ anno accademico 2000-2001 insegna, per cinque anni, quale Professore a contratto, presso l’ università degli Studi di Palermo, METODOLOGIA DELL’ EDUCAZIONE MOTORIA, nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione. Insegna per 11 anni (dal 1983 al 1993) ORTOPEDIA e TRAUMATOLOGIA alla Scuola per Infermieri Professionali presso l’ Ospedale di Sant’Agata di Militello (ME). artecipa a numerosissimi congressi, meeting e corsi di aggiornamento professionali, in Italia ed all’ estero, relazionando in importanti Istituzioni Scientifiche, quali: - The Multicentral Clinical Study di Munsigen-Bern (Svizzera), il 17 Gennaio 1995; - American Accademy of Orthopaedic Surgeons di Atalanta (Georgia), il 24 Febbraio 1996, ove presenta una tecnica personale innovativa sulla “non protesizzazione della rotula, nell’ impianto di protesi totale di ginocchio”; - Northwestern Memorial Hopital Chicago (Illinois), il 26 Febbraio 1996.E’ relatore, inoltre, al - Congresso SIOT di Milano, il 14 Settembre 1996 “Nostra esperienza di sei anni di impianto delle protesi da revisione di Wagner”; - Congresso SOTIMI di Napoli, il 27 Febbraio 1999 “Nostra esperienza sulle protesi monocompartimentali del ginocchio”; - Congresso nazionale OTODI di Catania, il 22 Giugno 2000 “Le revisioni di protesi di anca …”; - International Meeting in Orthopaedic Anaesthesia di Vieste del Gargano (Foggia), il 25 Settembre 2002 “Quando la revisione della protesi di anca”; - III° Convegno Internazionale “Le nuove frontiere” di Roma, quale opinion laeder nell’ incontro socratico sulle protesi monocompartimentali di ginocchio, il 22 Maggio 2003; - IV° Convegno Internazionale “La mininvasività: dove siamo, dove stiamo andando” di Roma, quale opinion laeder nell’ incontro socratico sulle protesi monocompartimentali di ginocchio, il 13 Maggio 2005. - Congresso SIOT di Roma il 22 Novembre del 2010 “Trattamento chirurgico mininvasivo delle fratture di calcagno”. Fra le relazioni a congressi e meeting nazionali ed internazionali, segnala le seguenti PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE, perchè chiaramente punteggiano il percorso della sua maturazionescientifica e professionale: - Trattamento chirurgico del ginocchio varo artrosico (1985); - Trattamento chirurgico delle lesioni del L.C.A. del ginocchio (1985); - La non protesizzazione della rotula, nell’ impianto di protesi totale di ginocchio (1996); - Nostra esperienza di sei anni di impianto delle protesi da revisione di Wagner (1996); - Protesi monocompartimentale del ginocchio, tecnica operatoria (1996); - Stelo protesico di anca “Logica CS”, tecnica operatoria (2003); - Le fratture di calcagno: nostra esperienza con tecnica sperimentale (2014). Nel 1996 idea, sperimenta e brevetta una nuova protesi monocompartimentale di ginocchio, prodotta in Svizzera, dall’ INTRAPLANT di Zurigo. Idea, sviluppa e brevetta, nel 2003, un nuovo stelo protesico di anca (denominato “Logica CS”), che attualmente è in produzione dalla Ditta LIMA Corporate di Villanova (UD). Sperimenta tecnica di trapianto osseo con cellule staminali autologhe, nel 2010. Sperimenta una tecnica innovativa di riduzione e sintesi di fratture talamiche del calcagno con “sistema a palloncino e cemento biologico”, pubblicato sulla rivista internazionale (n.2 May/June 2014), in lingua inglese, “MCO Orthopaedic Medicine and Surgery” .Ha al suo attivo, alla data odierna, 14.580 interventi chirurgici, quale primo operatore, fra cui: impiantistica protesica di spalla, anca e ginocchio (4.672); asportazione di ernie del disco lombari (173); stabilizzazione e fusione posteriore a “tre colonne” del rachide lombo-sacrale (118); cifoplastica (208); trapianto di condrociti autologhi al ginocchio (8); sintesi mininvasiva (con sistema a palloncino) di frattura del calcagno (122); oltre a quelli di traumatologia degli arti e del bacino. -- RICEVE Presso lo Studio. DAL LUNEDI' AL SABATO.CAPO D'ORLANDO, VIA PIAVE Si richiede appuntamento - PRESSO Euroacustica del Dott. Carmelo TESTA SANT'AGATA DI MILITELLO, VIA MEDICI - MARTEDI' MATTINA MESSINA, V.LE S.MARTINO - LUNEDI'

Alcune patologie curate

CIFOPLASTICA - La Cifoplastica Percutanea è un trattamento impiegato nei pazienti affetti da fratture vertebrali osteoporotiche dolorose da compressione di recente insorgenza, consentendo al paziente di recuperare la postura corretta e la totale mobilità. Si chiama cifoplastica e consiste nell`inserimento di un piccolo palloncino per via percutanea nella vertebra fratturata: il palloncino viene gonfiato e il corpo vertebrale collassato riacquista la forma e l`altezza originarie. Viene a questo punto iniettato il cemento osseo per stabilizzare la vertebra. L`intervento - La procedura operatoria dura mediamente mezz’ ora e viene fatto in anestesia locale, totale o peridurale, a seconda delle condizioni di salute del paziente, che rimane in osservazione per precauzione per 24 ore. E' richiesto un solo giorno di ospedalizzazione quindi i pazienti possono ritornare immediatamente a svolgere le normali attività della vita quotidiana. --- L’INSTABILITA’ LOMBARE . L’instabilità vertebrale lombo-sacrale rappresenta una patologia di carattere degenerativo, traumatico o anche congenita. I sintomi sono spesso sovrapponibili, con l'eccezione dell'instabilità da trauma vertebrale acuto. Il dolore è posturale (condizionato dalla posizione del corpo), manifesto in certi momenti della giornata (alzandosi dal letto) ed accentuato dalla stanchezza. A volte (e questo si riscontra soprattutto nelle forme associate a stenosi del canale vertebrale), interviene un torpore o senso di addormentamento e debolezza agli arti inferiori. Il Paziente con instabilità lombo-sacrale ha difficoltà alla deambulazione protratta, che a volte si riduce a pochi centinaia di metri.Nell'instabilità vertebrale acuta post traumatica il dolore è locale, in corrispondenza delle vertebre fratturate. L'instabilità di origine degenerativa è la più frequente ed interessa le ultime vertebre lombari. Nei casi conclamati si parla di spondilolistesi, altrimenti rientra nel quadro più generale della spondilosi (degenerazione con l'età e con l'usura della colonna vertebrale). In questo capitolo rientra la stenosi, le fratture osteoporotiche, la microinstabilità con ipertrofia dei legamenti. L'usura, e l'invecchiamento delle parti osteolegamentose comportano una perdita di solidità articolare, riducendo lo spazio per le strutture nervose, in questo caso il cono midollare e le radici nervose lombo sacrali. E' intuibile che i "nervi" (le radici nervose) vengano sollecitate abnormemente producendo dolore e limitazione motoria. L'osteoporosi aggrava questo quadro, associando eventualmente uno "schiacciamento" vertebrale. La terapia è polimodale, e comprende l'ampliamento chirurgico del canale neurale, con tecnica tradizionale e meno spesso, mininvasivo, la stabilizzazione in una delle sue varianti, la cementificazione vertebrale. Le forme traumatiche conseguono ad incidenti o cadute, più comunemente si tratta di traumi stradali. Una o più vertebre presentano "fratture" visibili radiologicamente. Prevale il dolore locale e possono associarsi a danno neurale, con dolore acuto, paresi o paralisi. Spesso in questi casi si richiede una stabilizzazione con barre e viti. -- PROTESI GINOCCHIO L’articolazione del ginocchio risulta costituita dall’estremità distale del femore, l’estremità prossimale della tibia e dalla rotula. Tra femore e tibia per rendere maggiormente congruenti le superfici articolari sono presenti due cuscinetti ammortizzatori: i menischi. Le ossa sono unite tra loro dalla capsula che avvolge l’intera articolazione e dai legamenti: il legamento crociato anteriore, il legamento crociato posteriore e i legamenti collaterali che conferiscono maggiore stabilità al ginocchio. L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è la più comune malattia del ginocchio in età senile. E’ una malattia cronico-degenerativa, che porta ad un danno articolare crescente fino a comportare un grado significativo di disabilità. Essa si può verificare sia per una sollecitazione eccessiva della stessa articolazione, sia per un cattivo allineamento degli stessi capi articolari di tibia e femore, nelle condizioni riconosciute come valgismo o varismo sia quando si determina una eccessiva usura dei capi articolari ed una compressione delle strutture capsulo-legamentose. Succede, cioè, che la cartilagine di cui sono incrostati i capi articolari degenera e va in usura, determinando l’infiammazione delle strutture stesse, fino a quando si affrontano i condili del femore con i piatti tibiali. Inizia così il processo dell’artrosi che si manifesta con zoppia sino all’immobilità. Fattori predisponenti alla gonartrosi sono l’ eccesso di peso, il diabete, i dismetabolismi, l’ osteoporosi, e le patologie della cartilagine, le osteocondriti, la condromalacia della menopausa, le meniscopatie. Questa patologia si caratterizza pertanto, dapprima, per dolore al camminamento, un dolore che insorge gradualmente, riferito in concomitanza della rotula, nella faccia interna del ginocchio e posteriormente, soprattutto quando si salgono e scendono le scale e, quindi, subentra una rigidità articolare che ne deriva, con impotenza funzionale. Nei movimenti di flessione sono presenti scrosci articolari. Se non si pone rimedio alla causa della patologia, i dolori si acuiscono e la capsula articolare si ispessisce, mentre il ginocchio appare più gonfio del contro laterale, spesso per il liquido che si forma nella sinovia infiammata. Il paziente finisce per compiere solo qualche passo, non riesce, per esempio, a salire e soprattutto a scendere gli scalini, talora si blocca mentre sta deambulando.

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